La Grappa, un gioiello tutto italiano
Grappa. un nome che indica una tradizione, una cultura tutta italiana.
Un prodotto che oggi non ha nulla da invidiare ai grandi nomi della distillazione.
La grappa ha origini antiche e forse proprio per la sua lunga storia è riuscita nei secoli ad affermarsi, ad assumere quella personalità inconfondibile che oggi ha sempre più estimatori. Non solo in Italia.

Ma la strada per arrivare alla grappa era ancora tanta.
Fino ai primi del'600 infatti, il distillato era sempre di vino e mai di vinacce.
Furono un gesuita, Atanasio Kircher, e il suo confratello italiano Francesco Terzi Lana a indicare la vinaccia come fonte di alcool.
Questa la storia "ufficiale".
Ma da antichi documenti si evince che in Friuli e in Veneto già nel '400 e nel '500 queste popolazioni facevano commercio di grappa con l'estero.
E forse dovremmo fare ancora un salto indietro, in quell'epoca nella quale l'usanza voleva che, terminata la fermentazione del mosto, i "padroni" e i "servi" si spartissero il prodotto ottenuto: ai primi il vino, ai secondi le vinacce.
E probabilmente qualche servo ha provato a fare ciò che il padrone faceva con il vino (cioè distillare) e per paura che, scoperto il risultato, il padrone si prendesse anche le vinacce, il segreto fu custodito per molto tempo.

I segreti per una migliore degustazione
Innanzitutto occorre scegliere il bicchiere giusto, quello a forma di tulipano; versarsi la grappa prescelta; lentamente sorseggiarla cercando sapori, odori, corposità particolari: gustare una grappa è un vero piacere, ma la degustazione ha le sue regole e bisogna rispettarle.
Non è facilissimo degustare la grappa poichè ha una gradazione alcolica molto alta, tra i 40° e i 60° e le sostanze volatili in essa contenute svaniscono rapidamente.
Tuttavia, proviamo a fissare alcuni parametri base, iniziando dalla classificazione.
Le grappe si possono dividere in giovani, conservate in contenitori diversi dal legno, dove hanno affinato le loro caratteristiche e invecchiate quando hanno "vissuto" per un periodo più o meno lungo in fusti di legno, di essenze diverse, come il rovere o il frassino e hanno acquistato caratteristiche molto diverse da quelle che avevano al momento della nascita.
Poi ci sono le grappe aromatiche (grappe di moscato, di malvasia, e così via); grappe aromatizzate ottenute per mezzo della macerazione con piante officinali (alla ruta, alla genziana,ecc.)
Per valutare nel complesso una grappa è necessario prendere in considerazione tre generi di valutazione: quella "visiva" che analizza la limpidezza e la tonalità del colore del distillato.
Poi c'è la valutazione "olfattiva" che si determina dagli elementi volatili della grappa. In questo tipo di valutazione occorre molta esperienza perché si tratta di riconoscere e di "sentire" gli odori che provengono da tre gruppi di composti chimici: gli esteri, le aldeidi, e gli alcoli.
Questo tipo di valutazione si fa sia con il bicchiere fermo, per analizzare le sensazioni derivanti dagli elementi più volatili, sia facendo ruotare il distillato nel bicchiere per ottenere un'analisi olfattiva più completa.
Infine c'è la valutazione gustativa che serve a "scovare" i sapori che ci sono in una grappa e che sono il dolce, l'acido e l'amaro.
La perfetta equilibratura tra i tre sapori fanno eccellente una grappa.
Il gusto di una grappa si dice piatto se manca di acidità, corto se le sensazioni svaniscono rapidamente, secco se c'è scarsità di componenti dolci, rotondo se c'è buona armonia di sapori.


Le nostre Grappe Friulane